Calabria

Le caratteristiche geofisiche della punta estrema della Calabria hanno contribuito a far sì che essa, fin da tempi più remoti, fosse vista come una sorta di ponte nei traffici economici, commerciali e culturali tra l’Oriente e l’Occidente. Non è un caso che la Calabria risulti al centro dell’epopea di Ulisse, che costituisse il punto di arrivo/partenza dei Greci per la conquista dell’Occidente, che fosse, tra gli interessi commerciali di Cartagine e militari di Annibale, per la enorme ricchezze minerarie, forestali e umane del territorio calabro e in particolare della Locride.

Lo sfruttamento del suolo appare, quindi, obiettivo fondamentale della presenza greca, punica e romana, risultando, allo stesso tempo, punto di forza e potenziale ricchezza delle popolazioni locali.

La frequentazione punica dell’area ionica è confermata da fonti storiografiche, riguardanti il gli spostamenti di Annibale in Italia durante la seconda guerra Punica, oltre che dai ritrovamenti monetali tra Caulonia e Locri, dove monete e anfore sembrano ancora una volta confermare l’attenzione alle risorse locali.

Ben conosciute fin dalla preistoria erano le miniere di ferro, rame, argento di cui sono ricche le Serre Calabre nell’entroterra di Caulonia. I romani istituirono nella vallata dello Stilaro, una colonia per i dannata ad metalla ubicata tra Pazzano e Stilo, nella prossimità del bacino minerario di limonite. E proprio a Pazzano in un tesoretto datato al 300 a.C. sono state rinvenute sette monete cartaginesi in elettro associate ad otto esemplari siracusani. Nello stesso ambito potrebbero rientrare anche i rinvenimenti di elettri a Gioisa Ionica e Mammola, località anch’esse legate ai bacini minerari della Locride e dell’Aspromonte ricchi di blenda, galena e calcopirite.

Secondo le fonti storiografiche, Annibale scendendo dal Nord si appostò tra la Puglia, la Basilicata e la Calabria, per organizzare le sue truppe e garantire il loro approvvigionamento. Pertanto scelse delle zone logistiche, che potessero fornirgli grano, acqua e truppe, in posizione strategia tra mare e monti. Nel 217a.C. si stanziò a Locri, dove fondò un accampamento, ma il sito fu teatro a più riprese di alleanze e scontri, nel 213 a.C. a Petelia, Vibo Hippon (Vibo Valenzia), Tisa Taureana (Reggio Calabria). Nel 211 a.C. pose il suo quartier generale nel Bruzio dopo la sconfitta romana di Canne del 216 a.C. e vi si asserragliò definitivamente dopo la morte del fratello Asdrubale nella battaglia del Metauro del 207 a.C. Prima di lasciare l'Italia per rientrare a Cartagine, Annibale si stanziò a Crotone, nel 210 a.C. e in una accampamento, attestato dalle fonti sotto il nome di Castra Annibalis, nel 207 .C., ma non ancor identificato, che dovrebbe trovarsi nella zona tra capo Colonna (Crotone) e Caulonia.

In armonia con tali le vicende storiche, ancora una volta la presenza di monete in argento, bronzo e anfore puniche del III-II sec. a.C. a Caulonia e Locri, testimoniano l’importanza strategica dell’area. Annibale, infatti, non potendo utilizzare il porto di Taranto per ricevere i necessari aiuti da Cartagine, dovette utilizzare Locri come scalo principale verso Cartagine.