Sardegna

La presenza di commercianti vicino orientali nei bacini minerari del nordovest della Sardegna è documentata già dall’VIII-VII sec. a.C. come suggerito, tra l’altro, dal ritrovamento nel villaggio di S. Imbenia (Alghero) nella cosiddetta ‘capanna dei ripostigli’ di anfore puniche (tipo Bartoloni B2) con lingotti di rame e, nell’iglesiente, dal ritrovamento a Monastir di un pane di piombo con lettera zain associato a ceramiche arcaiche del VIII-VII sec. a.C.  In epoca punica, l’interesse minerario sembra rivolgersi in particolare al bacino dell’Iglesiente con Antas e Sulci punti di riferimento strategico per l’approvvigionamento di metallo per uso locale, come indicano, tra l’altro, le tracce di un’officina con accumulo di scorie di ferro e resti di fornaci individuate in un vano dell’acropoli di Monte Sirai risalenti al v-iii sec. a.C. Filoni di cassiterite sono stati individuati nel Monte Linas presso Villacidro e tracce del minerale sono state riconosciute nelle sabbie del fiume Cedrino.  Giacimenti già coltivati durante l’età del ferro sono stati indentificati anche nel territorio di Nora. L’utilizzo delle vene di rame, ferro e piombo, in questa area sembra essere stato determinato dalla difficoltà di raggiungere l’Iglesiente e destinato esclusivamente al fabbisogno locale, come emerge dall’esame delle scorie di metallo 6 rinvenute a Nora nell’area del Macellum risalente alIII-II sec. a.C. e alle pendici nord-occidentali della collina di Tanit del II-I sec. a. C. Stessa possibile provenienza è stata ipotizzata anche per le armi rinvenute nelle tombe di Bitia.  Interessanti sono, allo stesso modo, i dati relativi al sito di Santu Teru, a cui fa capo la necropoli di Monte Luna, probabilmente un insediamento militare risalente al V sec. a.C. La notevole quantità di scorie metalliche trovate sul lato meridionale della collina di Santu Teru ha fatto ipotizzare la presenza di aree di lavorazione del minerale probabilmente proveniente dal Gerrei e dalla Barbagia e destinato, insieme con i prodotti agricoli della Trexenta, al comprensorio di Caralis. Testimonianze di sfruttamento si hanno anche nella regione di Monte Ferru, nella quale sono stati individuati affioramenti di ossidi di ferro di tipo ematite e limonite, e solfuri di ferro (pirite) e di ferro e rame (calcopirite).

La regione sembra porsi lungo una delle principali linee di penetrazione verso il nord-est dell’isola dove si trovavano le miniere d’argento. I rinvenimenti monetali lungo la valle del Tirso fino aT adasuni e le attestazioni archeologiche a sud della catena del Margine e la piana di Ottana suggeriscono che ancora in epoca punica si seguissero due diverse vie di collegamento per raggiungere i bacini minerari che si congiungono ad Orani, nei cui pressi sorge il tempio nuragico di Nurdole nel quale e stata ipotizzata anche la presenza di una officina fusoria.  Tracce di frequenza neolitica, nuragica, punica e romana, infine, sono state individuate nel bacino minerario piombo-zincifero di Montevecchio, dove sono riconosciuti pozzi minerari romani e rinvenuti oggetti legati alla estrazione e al primo trattamento del minerale. In località Bocche di Sciria sono state ritrovate grandi quantità di scorie di litargirio e piombo di epoca punico-romana che documentano un’attività pirometallurgica per l’estrazione dell’argento con il processo di coppellazione.

Fosse estrattive sono state individuate a Sa Frangia e fonderie antiche sono state ipotizzate a Sa Matta e Genna Abis. Dagli studi eff ettuati sembra plausibile ipotizzare una attività estrattiva prevalentemente concentrata lungo il sistema filoniano a galena e blenda di Montevecchio-Ingurtosu-Gennamari, mentre la prima raffi nazione e preparazione del metallo doveva avvenire sul versante orientale verso Arbus e Guspini, lungo la via Neapolis-Metalla. Il punto di arrivo del metallo provenientedalla regione estrattiva sembra essere stato Neapolis e Tharros. A tale proposito, R. Zucca gia nel 1981 ipotizza che i centri punici di Othoca e Neapolis potessero essere subcolonie di Tharros con ruoli diversificati : Neapolis sarebbe stato il punto di arrivo del metallo dal bacino minerario di Montevecchio ; Othoca, maggiormente votata alla produzione agricola, avrebbe avuto un ruolo di centro di stoccaggio dei prodotti agricoli provenienti dall’entroterra.